(…) La ricerca di Olga Danelone sposta… l’esplorazione dei confini che le immagini designano, per indicare la necessaria compresenza di valori estetici e scientifici, analitici e immaginativi… con le inquietudini dell’esistenza, con le esperienze mutevoli della percezione sensoriale che fluiscono senza restrizioni seguendo il vento delle idee.
(…) Nella serie degli “inventari bimbi” la pittura dialoga con le immagini offerte dai media, con le icone pubblicitarie e commerciali del marketing, l’artista impagina, sul velo del colore, le forme dei vestiari dell’infanzia e i segni simbolici di omologazione specifici dell’universo merceologico. (…) Tutto fa pensare che quest’apertura, verso ipotesi verbo-visuali e verso morfologie pubblicitarie, non sia altro che una fase in cui la pittura si guarda dal di fuori, mettendo nuovamente in gioco la possibilità di dilatare il suo perimetro. Indubbiamente Olga Danelone è interessata al movimento fluttuante delle insorgenze improvvise più che alla ripetizione differente delle medesime
regole linguistiche.
Claudio Cerritelli, curatore e critico d’arte, docente all’Accademia di Brera, Milano 2013.