(…)La Danelone riflette sulla crescita esponenziale della popolazione mondiale – oltre sette miliardi – un gigantesco formicaio in movimento caotico, dove l’individuo è assorbito dalla presenza dell’altro, dove ciascuno, automaticamente, s’identifica nell’altro nell’iterazione di atti e movimenti, stabilendo, inconsapevolmente una sinergia simultanea che avvolge il pianeta dando forma a una sorta di emblematica quanto surreale trofallassi universale. L’artista è consapevole di questa vitale mobilità planetaria e la traduce nei numerosi simboli della quotidianità, aderenti al concetto di spostamento, che lei ha scelto.
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Lettura intrisa di sedimenti scientifici e insieme filosofici, che testimonia un’attenta quanto aggiornata informazione delle vie conoscitive per avvicinarsi ad una realtà che tende a sfuggirci di mano, ma che comunque dobbiamo affrontare.
Maria Campitelli
Critico, giornalista e curatore d’arte contemporanea, Trieste